Home Italian I contadini si raccontano

Big farm chat!

1137162

Commenti

  • Infatti, non domandare all'oste se ha buon vino...
  • FIONA25 (IT1)FIONA25 (IT1) IT1 Post: 10,665
    ma sì, hai ragione: Chi ha buona cantina in casa non va pel vino all'osteria .
  • Cassiopea82Cassiopea82 Guest Post: 8,890
    CI state dando lo spunto per un nuovo gioco? o:):#
  • fattore (PT1)fattore (PT1) PT1 Post: 13
    L'acqua fa male, il vino fa cantare
  • Ugly (IT1)Ugly (IT1) Post: 1,074
    Gesù...  fermateli!   :#
  • davide p (IT1)davide p (IT1) IT1 Post: 769
    però, amicizia stretta dal vino non dura da sera a mattino
  • Mela Rossa (IT1)Mela Rossa (IT1) IT1 Post: 1,407
    Infatti l'amico di bicchiere dura quanto la paglia
  • FIONA25 (IT1)FIONA25 (IT1) IT1 Post: 10,665
    modificato 26.10.2016
    terremoto 26/10/2016

    siamo tutti con voi.


    fateci sapere se state bene
  • FIONA25 (IT1)FIONA25 (IT1) IT1 Post: 10,665
    modificato 30.10.2016
    terremoto scossa 6.5 30/10/2016

    state bene??

    Post edited by Cassiopea82 on
  • kriss47 (IT1)kriss47 (IT1) IT1 Post: 5,787

    Perdonami Roma, ma sono stanca, stressata e per giunta non conosco l'inglese. Immagino che l'immagine da te postata abbia un significato, che io proprio non riesco a cogliere.   Vuoi farmi andare a letto con questa angoscia?  :(   Stanotte avrò degli incubi.....

    Risultati immagini per emoticon animato terrorizzato

  • Alessio72 (IT1)Alessio72 (IT1) IT1 Post: 3,400


    non molliamo.. mai

    FIONA25 (IT1) ha detto:
    terremoto scossa 6.5 30/10/2016

    state bene??


  • kriss47 (IT1)kriss47 (IT1) IT1 Post: 5,787

    Abiti in zona, Alessio? 

     Ho saputo solo ieri sera della forte scossa del mattino. E, ti assicuro, che molti di noi, qui in Sicilia, hanno sentito tremare il cuore alla notizia. Coraggio, siamo con voi.

  • ROMA (IT1)ROMA (IT1) IT1 Post: 1,253
    kriss47 (IT1) ha detto:

    Perdonami Roma, ma sono stanca, stressata e per giunta non conosco l'inglese. Immagino che l'immagine da te postata abbia un significato, che io proprio non riesco a cogliere.   Vuoi farmi andare a letto con questa angoscia?  :(   Stanotte avrò degli incubi.....

    Risultati immagini per emoticon animato terrorizzato

    cara kriss, mi spiace averti mandata a ninna terrorizzata a questa maniera,io a quel ora ronfavo dato che alle 7 e 40 di DOMENICA dopo sole 3 ore di sonno !sono zompata dal letto....ma eccomi qua ora a darti la spiegazione...
    e la copertina di un film e stavo solo consigliando la visione^_^buona gg
  • Alessio72 (IT1)Alessio72 (IT1) IT1 Post: 3,400
    kriss47 (IT1) ha detto:

    Abiti in zona, Alessio? 

     Ho saputo solo ieri sera della forte scossa del mattino. E, ti assicuro, che molti di noi, qui in Sicilia, hanno sentito tremare il cuore alla notizia. Coraggio, siamo con voi.

    Si abito nella zona e sono fortunata perchè non ho subito danni, ma la situazione non è bella per niente..
    A te piace leggere e questo articolo rende molto bene l'idea..
    di paesi come quello descritto , che ora non esistono più ce ne sono.. tanti, non per campanilismo, ma solo perchè sia chiaro che il terremoto non è solo quello di Amatrice..
    Noi marchigiani siamo abituati a non chiedere e a rimboccarci le maniche.. ma molti oggi non hanno più maniche..
    Con profondo rispetto per chi non c'è più.. e per chi ha perso tutto..

    Terremoto San Ginesio, racconto di un paese a pezzi

    Il palco nella grande piazza è intonso, fiammante di tavole gialle. Dovevano calcarle in tanti, tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, lo avevano comperato per l'occasione.
    Adesso giace desolato sotto la Collegiata che ha più rughe di prima. Profonde, orrende rughe, contorte immense serpi attorcigliate sui mattoni e il sole le trafigge, il sole inutile di questo fine ottobre.
    E questa è una storia da Mondo Piccolo, di quelle che Giovannino Guareschi ambientava sulle sponde del grande fiume, e i morti le raccontavano ai vivi nelle notti di nebbia nera d'inverno.
    DA QUI SI VEDE IL MARE. Qui non siamo al piano, siamo già al monte, se ti affacci però lo vedi il mare, e se ti affacci dall'altra parte vedi i Sibillini. Qui, la sera del 24 agosto, un soffio di rabbia saliva dagli abissi di quei monti spettinando mezza Italia centrale e anche il minuscolo borgo a 700 metri d'altitudine, scompigliava le chiese e il suo teatro dove cantanti, attori, istrioni erano passati a lasciare tracce del loro estro, umanissime scie di sensazioni.
    San Ginesio allora si era spaventata, ma non fino al punto di arrendersi. Anzi aveva deciso che non gliela voleva dare la soddisfazione al terremoto, e, tra l'emergenza e la speranza, era uscita l'idea di un grande concerto, alla fine di ottobre: due intere giornate, nella grande piazza intitolata ad Alberico Gentili, giurista del '500 fra i preclari di sempre, per dire a tutti, anche a chi non la conosceva o l'aveva dimenticata, che lei c'era. San Ginesio c'era, e dalle sue ferite voleva ripartire.
    UNO SPETTACOLO CON 25 ARTISTI. E aveva compromesso artisti come Paolo Benvegnù, i Gang, Ginevra di Marco e Francesco Magnelli, Dente, e tanti altri, anche gruppi locali, 25 nomi, tutti insieme, a far musica, a incontrarsi fino a notte.
    #Primachefacciafreddo, avevano chiamato questo evento, per dire il freddo delle temperature ma soprattutto quello dell'oblio, dell'indifferenza. Bisognava fare prima. Decine di telefonate, migliaia di idee, milioni di parole. E prenotazioni da tutta Italia, un entusiasmo che contagiava l'intero villaggio, i suoi esercizi, le sue associazioni. L'albergo Centrale, di fianco al Teatro Leopardi ingiuriato dalle prime scosse, era tornato pieno, anche se, adesso, a mandarlo avanti erano solo in due: gli altri due ragazzi, si erano arresi al primo attacco. Ma ora, tutto ritornava alla vita.

    Il crollo alla seconda scossa del 26 ottobre

    Mercoledì 26 ottobre, alle ore 19.10, mentre gli organizzatori al telefono si comunicavano gli ultimi febbrili dettagli, una scossa potente tornava a mettere tutto in discussione; ma, a un primo veloce sopralluogo, il villaggio pareva avere retto bene: niente danni, niente paura. Ce la faremo.
    Due ore dopo, una scossa devastante sbriciolava l'entusiasmo, i propositi, l'energia. Poi scoppiava il diluvio, e, nel buio più spaventoso, la gente correva in strada senza sapere più se fosse viva o se di vivo fosse rimasto solo quell'incubo troppo reale.

    UNA BARACCOPOLI PER MUNICIPIO. «Noi sappiamo cosa stiamo facendo». Il sindaco Mario Scagnetti, poche ore dopo il nuovo disastro, nella baraccopoli al piano terra che è diventata il palazzo comunale, quello vero inutilizzabile già da agosto, parlava con la serenità di chi non ha più niente da perdere, e quelle sue parole erano, se possibile, ancora più agghiaccianti che se le avesse urlate: «Siamo a un passo dal tracollo. Ma se perdiamo lucidità qui dentro, è la fine. Abbiamo l'ostello integro, ci teniamo una cinquantina di sfollati, altri 150 hanno trovato ospitalità da parenti, congiunti. Qui una mano ce la si dà, nessuno resta solo. Abbiamo preso persone anche da Sant'Angelo in Pontano, che le nostre strutture non le ha».
    L'ostello, già. Che doveva ospitare i musicisti di #Primachefacciafreddo. E invece ospita gli sfollati, i nuovi profughi, tutti nostrani. «Le scuole sono intatte, una fortuna. Adesso dobbiamo fare un altro migliaio di sopralluoghi, dopo i 750 dell'altra volta. Ma i tecnici sono pochi, e senza la loro certificazione non si tira su neanche un mattone, quello è Vangelo: solo che non possiamo aspettare fino al 2018, come hanno ipotizzato, assolutamente no, dobbiamo fare prima, dovranno sfornarne di nuovi, adesso, subito».

    UN COMUNE CON OTTO CONSIGLIERI. E non ci sono solo i passaggi burocratici, c'è la banalità del male che lascia crepe di quotidianità insospettate: l'extracomunitario che ha perso l'alloggio, non ne troverà un altro, e dovrà pensarci il Comune. O il sindaco, cambia poco dove una giunta è fatta di tre o quattro persone e il Consiglio comunale ne conta otto.
    E la gente, che chiede, che spinge, che impreca, va ascoltata, compatita: è facile scatenare contagi di insofferenza e di irrazionalità. Scagnetti è appena tornato da Camerino «che è tutta zona rossa», c'erano Curcio e Errani, han garantito anche per San Ginesio, che del resto nel 'cratere' della ricostruzione c'era già rientrato. Ma adesso è tutta un'altra storia e qui la convalescenza durerà anni. Il sindaco tiene in mano la foto di un crollo orrendo. «Le vedi queste rovine? Questo era il casolare di mio zio, ci andava ogni pomeriggio a fare la pennichella, se la scossa arrivava tre ore prima lui restava sotto».

    Il vicesindaco Tardella: «Meglio prima che durante»

    Anche Simone Tardella, vicesindaco, assessore al turismo, una delle due anime di #Primachefacciafreddo, la prende con la filosofia di chi pensa che, in fondo, è andata ancora bene: «Tutto inutile, ma meglio prima che durante».
    Dovevano esserci gli artisti sul palco, il pubblico sotto, le bancarelle lungo il viale che porta al parco e al belvedere, e adesso è zona rossa, una delle due; l'altra, è un altro percorso che taglia il centro dall'alto in basso e, di palazzo in palazzo storico, sfocia fino all'auditorium che avrebbe dovuto sostituire il teatro nella programmazione invernale, e che è pieno di calcinacci. Difficile entrare a San Ginesio, più difficile uscirne: ci si perde per i percorsi obbligati e tortuosi come arabeschi di sofferenza.

    UNA VIA CRUCIS DI DISTRUZIONE. «Vieni, vieni, che ti faccio fare il giro». E il giro è una via crucis di distruzione. Chiese a pezzi, edifici privati sfondati, crepe e cumuli nel centro storico, cordoni, transenne e ruderi dove ieri c'era la maestà della storia. Da Porta Ascarana non si passa, è crollata parte della facciata della Chiesa di San Francesco - fortunatamente in un momento in cui non passava nessuno. Sant'Agostino ha subito lesioni letali al suo interno. Santa Chiara ha avuto la volta sfondata.
    San Ginesio, il «paese delle 100 chiese», non ne ha più aperta neanche una.
    Del teatro si è detto, chiuso già da due mesi e nessuno ha cuore di andarci a constatare le nuove ferite. La collegiata che incombe sul palco, adesso è sinistra.
    Oltre la seconda zona rossa le macerie si aprono su una spianata, da qui si scorge l'Adriatico: sembra fatta apposta per le rappresentazioni, per le emozioni, per i sogni, amplificati dalla quinta grandiosa della natura, quella natura che non è né buona né cattiva ma sa essere spietata senza volerlo e lo stesso non cessi d'amarla: «Tutta questa bellezza, e vederla morire», scuote la testa Simone.

    NESSUNO VOLEVA ARRENDERSI. Eppure nessuno si sognava d'arrendersi. «L'albergo ha tenuto, sono venuti i tecnici, hanno stabilito che è integro», diceva con rassegnato orgoglio Giovanna nel buio del ristorante. Al bar Centrale, Walterino era perfino allegro, i giornali che ancora strillano l'evento che non si farà più han parlato di lui, «Quell'articolo dell'altra volta, di Lettera43l'hanno letto anche in Francia, anche in Australia», dice arrotando la erre francese, e il caffè lo offre lui, a tutti quanti, perché ormai è un barista vip.
    Vien giù scuro, come una mannaia e i lampioni brillano illuminando il freddo e le tavole gialle che nessuno calcherà. L'unica melodia che si sentirà per un pezzo, è il canto dei calcinacci. Eppure Simone non si arrendeva ancora: «Lo so che è difficile, che c'è da pensare a un'emergenza che durerà ogni giorno per centinaia di giorni. Eppure, forse, quando tutto si sarà placato, se a primavera noi...».

    Ridotto in polvere la mattina di domenica 30 ottobre

    Ma poi, alle 7.41 di domenica 30, tutto è diventato polvere. Tutto. Evacuata la rsa, l'ospedale dei vecchi, smistati fra Ancona e Recanati. Via anche le suore dal convento, non possono più starci, siamo oltre il pericolo, siamo già nel disastro. Dove casca lo sguardo, lì sono macerie.
    La facciata della collegiata adesso fa paura davvero, uno s'immagina di vederla ondeggiare, lenzuolo di mattoni che si schianta al suolo. C'è chi ha perso casa, lavoro, ogni futuro. Il paese è evacuato, figlio di una guerra senza nemici e senza eroi.

    «LA BOTTA FINALE». «È la fine» dice Simone. «Questa è stata la botta finale. Abbiamo perso. Anche io sto portando via la famiglia». E queste parole fanno paura più ancora del terremoto. A sera, posterà una foto di rovine e il commento: «Siamo in ginocchio, ma ci risolleveremo. Forza San Ginesio!». E quella didascalia fa strazio più ancora del terremoto.
    Ad ogni nome, il cuore si stringe: San Ginesio, Ussita, Visso, Tolentino, Camerino, per non dire di Norcia, di Castelluccio, di ogni panorama che possa venire in mente. Una epidemia di distruzione.
    Cento paesi danneggiati, 25 mila sfollati solo nelle Marche, a Fermo hanno sbarrato i templi, lambita anche la costa, a Porto San Giorgio don Ermanno ha celebrato la Messa fuori dalla chiesa grande.
    Zona rossa, fuori e dentro il cuore di ciascuno.

    UNA PROVINCIA DI ZONE ROSSE. Cosa rimane di quello scrigno che tante notti ha acceso di musica, che tanta gioia aveva ospitato? Zona rossa a San Ginesio, zone rosse ovunque, nel Maceratese e nel Fermano, e l'Ascolano era già steso. Borghi spopolati che custodivano retaggi nelle loro facciate, negli archi e nei palazzi, cartoline agonizzanti ma ancora fiere, gli scrigni dei linguaggi remoti miscelati come fiumi di idiomi ribollenti, l'etrusco, l'osco, l'umbro, il falisco, così come, racconta il mantovano Virgilio nell'Eneide, i profughi troiani si mescolano agli indigeni e Giove concede a Giunone che la lingua di Roma resti quella degli ausoni, e quindi le contaminazioni degli uomini che parlano e parlando si amano e si uccidono, i piceni che dopo la battaglia del Sentino si romanizzano, 'Firmum' diventa 'Firma fides romanorum colonia'; ogni borgo qui ha il suo Medioevo, conserva e regala le meraviglie dei misteri sommessi e allusivi, le superstizioni e i riti del cristianesimo pagano, le ombre delle mani che intrecciavano e battevano, medicavano, cucivano.

    SQUARCIATO ANCHE IL COLLE DELL'INFINITO. Ogni tradizione vola in polvere. Anche il Colle dell'Infinito, a Recanati, è squarciato e per la prima volta Casa Leopardi è rimasta chiusa. Non c'è più centro, borgo, villaggio che si senta sicuro, i nuovi migranti scorrono dal monte al mare, ma il terremoto li raggiunge anche lì.
    E questa è una storia che continua, però è già finita male. È la storia di un paese che ha osato sfidare il terremoto, che voleva arrivare prima che facesse freddo. È arrivato prima il terremoto, e adesso fa freddo. Tanto freddo. Sopra il palco di tavole gialle, nella grande piazza, nessun passo, nessun suono. C'è solo un ronzio terrificante, da un momento all'altro muggisce e spacca tutto. È il ronzio della furia, corre sotto di noi.

    di Massimo Del Papa 31 Ottobre 2016

  • kriss47 (IT1)kriss47 (IT1) IT1 Post: 5,787
    modificato 01.11.2016

    Ho voluto prendere tempo, tempo per leggere una due tre volte. Sì, mi piace leggere, ma questo articolo, che pure, nella sua accurata e desolante descrizione e nel suo commento accorato e pensoso, è un bellissimo "pezzo" giornalistico, non avrei mai voluto leggerlo. Perché il testo è talmente coinvolgente che le persone, i luoghi, le case, la bellezza e la furia distruttiva, la natura e il disastro finiscono per catturarti e stremarti.  E perché non si può leggere di eventi del genere senza sentire quello che significano. Essi tutto travolgono, tutto minano, tutto sbriciolano: i propri beni, la sicurezza, i progetti per il futuro, l'ambiente dove si è nati e dove si sono costruiti legami,  dove sono nati figli e nipoti e dove le colline, la campagna,  gli animali facevano parte di un mondo caro e familiare......., la storia... quella familiare e quella collettiva...... Tutto stravolto, irriconoscibiile....detriti, massi, mucchi di rovine. Ci fa sentire tutti impotenti, fragili, in balia di forze ostili e inarrestabili.

    E' una storia non nuova. Parecchi anni fa, nel 1968 mi pare, il sisma nella valle del Belice ha prodotto un cataclisma di proporzioni immani. Io l'ho vissuto attraverso il racconto che mi ha fatto la gente del posto, me l'hanno raccontato i container che negli anni successivi hanno costituito il paesaggio, freddo e metallico, dominante di interi paesi.. Gibellina, Salemi. Salaparuta.. e  alcune costruzioni di importanza storico-artistica che anni dopo ho visto ancora avvolte da teli verdi e recintate, perché ancora pericolanti.

    Ma non abbiamo imparato nulla in tutto questo tempo?  E' possibile che non ci sia la possibilità di  prevenire la furia devastatrice del sottosuolo e non farci prendere di sorpresa? E' così difficile costruire abitazioni antisismiche?

    Non finirò mai di sorprendermi dell'incuria di chi ha compiti di responsabilità, della superficialità  e della disonestà degli impresari edili, e della scarsa memoria di noi tutti, che dopo un po' di tempo finiamo per allentare la vigilanza e distogliere l'attenzione  da quanto è accaduto. 

    Post edited by kriss47 (IT1) on
  • FIONA25 (IT1)FIONA25 (IT1) IT1 Post: 10,665
    le parole trafiggono anche i cuori meno avvezzi al sentimentalismo.

    Ogni parola è una verità che piange.

    Ogni parola deve divenire azione: mai le persone devono essere lasciate sole, mai



  • Alessio72 (IT1)Alessio72 (IT1) IT1 Post: 3,400
    kriss47 (IT1) ha detto:

    Ma non abbiamo imparato nulla in tutto questo tempo?  E' possibile che non ci sia la possibilità di  prevenire la furia devastatrice del sottosuolo e non farci prendere di sorpresa? E' così difficile costruire abitazioni antisismiche?

    Non finirò mai di sorprendermi dell'incuria di chi ha compiti di responsabilità, della superficialità  e della disonestà degli impresari edili, e della scarsa memoria di noi tutti, che dopo un po' di tempo finiamo per allentare la vigilanza e distogliere l'attenzione  su quanto è accaduto. 

    La natura non si può imprigionare.. solo un pazzo com'è l'uomo moderno può pensarlo..
    I terremoti non si possono prevedere, ma si deve avere la consapevolezza costante che possono arrivare..e in base a questo costruire nel miglior modo possibile e preservare il nostro immenso patrimonio storico/artistico.
    Troppo spesso specialmente noi italiani pensiamo che a noi non capiterà mai.. e l'onda di commozione e paura vedendo cosa accade anche a poca distanza finisce presto..
    L'Italia non è il Giappone, L'italia.. e in particolar modo le mie Marche è fatta di piccoli borghi antichi, di città storiche, di paesi arroccati sulle montagne.. che un tempo erano popolati ed ora ritornano ad esserlo, magari per le vacanze.. magari per andare a trovare i nonni.. o magari per l'intraprendenza di giovani o di stranieri che s'innamorano di certi paesaggi e ne fanno la loro casa e il loro lavoro..
    non per niente le zone colpite stavolta sono piene di seconde case o di strutture recettive, estate e inverno c'è sempre qualcosa che attira lì.
    Inoltre tutta la zona ora colpita è ricca di chiese, conventi e luoghi di alto valore artistico, la violenza e la continuità delle scosse sta distruggendo quello che per secoli ha retto.. e i luoghi danneggiati non sono soltanto vicino l'epicentro, la zona è molto vasta..
    Fa male.. tanto..  vedere tutto distrutto..  è un pezzo del nostro cuore che se ne va.. 
    Rimane lo sfinimento per le continue scosse.. la paura che non sia ancora finito..
    l'incertezza del domani, ma anche la tanta forza di non mollare.
  • kriss47 (IT1)kriss47 (IT1) IT1 Post: 5,787
    modificato 02.11.2016
    Alessio72 (IT1) ha detto:
    La natura non si può imprigionare.. solo un pazzo com'è l'uomo moderno può pensarlo..
    I terremoti non si possono prevedere, ma si deve avere la consapevolezza costante che possono arrivare..e in base a questo costruire nel miglior modo possibile e preservare il nostro immenso patrimonio storico/artistico.
     
    Fra questi pazzi, annovera anche me, mia cara. :)  Perché sono fra quei pazzi che pensano che, se l'uomo è riuscito a vincere la forza di gravità e far volare tonnellate di ferraglia in cielo, se ha voluto imitare i pesci e respirare sott'acqua, se riesce a guardare dentro un corpo senza squartarlo, se è riuscito a costruire un corridoio sotto il mare e portare il treno a correre in quel corridoio, se  è riuscito a passeggiare sul suolo lunare........se ha realizzato altre mille imprese impossibili........allora un giorno riuscirà a captare segnali significativi  provenienti dalle zone sottostanti alla superficie terrestre. Per imprigionare la natura? non credo neppure io che si possa farlo. Ma cogliere i segnali che qualcosa sta succedendo sì; che si possa mettere la gente in salvo prima che la terra si apra sotto i suoi piedi sì, che si possano limitare i disastri sì  Dammi pure della pazza, dell'ingenua, dell'ignorante, della visionaria, della sognatrice....ma io sono convinta che un giorno accadrà. Spero presto,  il più presto possibile, perché non si  debba più vedere la desolazione e lo scempio di questi giorni.
    Post edited by kriss47 (IT1) on
  • Alessio72 (IT1)Alessio72 (IT1) IT1 Post: 3,400
    La natura non puoi imprigionarla.. e l'uomo dovrebbe imparare a rispettarla, è l'uomo che deve adeguarsi alla natura.. non il contrario.
    Quanti disastri si eviterebbero?
    Che poi l'uomo ha intelligenza da riuscire ad evolvere e fare sempre nuove scoperte ed invenzioni per vivere meglio è altro paio di maniche..
    Troppo spesso però pensa di essere superiore alla natura stessa..
    Non è sempre la natura che fa danni.. ma più la supponenza dell'uomo..

    Buona giornata,
    Iris :)
  • ocaocra (IT1)ocaocra (IT1) IT1 Post: 3,125
    "C’era la Luna proprio sopra: e la città mi parve fragile, sospesa come una ragnatela, con tutti i suoi vetrini tintinnanti, i suoi filiformi ricami di luce, sotto quell’escrescenza che gonfiava il cielo" (Italo Calvino - Ti con zero)



  • kriss47 (IT1)kriss47 (IT1) IT1 Post: 5,787
    modificato 16.11.2016
    ocaocra (IT1) ha detto: "C’era la Luna proprio sopra: e la città mi parve fragile, sospesa come una ragnatela, con tutti i suoi vetrini tintinnanti, i suoi filiformi ricami di luce, sotto quell’escrescenza che gonfiava il cielo" (Italo Calvino - Ti con zero)


    Ho letto stamattina della "superluna" e guardando le immagini sul Web mi sono tornati in mente due brani letti chissà quando, che non ho mai più dimenticato.

    Quel satellite era sempre stato un prezioso alleato del genere umano. La sua luce era un regalo caduto dal cielo. Prima del fuoco, degli attrezzi, del linguaggio, la luna rischiarava il buio del mondo e calmava la paura degli uomini. Le sue fasi avevano insegnato agli umani il concetto di tempo.
    Haruki Murakami

    Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore.
    Luigi Pirandello

    La luna riserva sempre delle sorprese, perfino nel suscitare sensazioni e sentimenti  del tutto opposti.

    Post edited by kriss47 (IT1) on
  • kriss47 (IT1)kriss47 (IT1) IT1 Post: 5,787
    modificato 24.12.2016

                                                                                                              Immagine correlata       

    Buon Natale!

    Buon Natale a chi sta con la famiglia, e buon Natale a chi sta in solitudine;

    Buon Natale a chi è andato via (buona fortuna!) e buon Natale a chi ancora rimane;

    Buon Natale a chi è in  cerca di qualcosa di bello che illumini la propria vita e buon Natale a chi illumina la propria vita e quella altrui trovando il bello in qualsiasi cosa;

    Buon Natale a chi spende il proprio tempo per riempire il vuoto degli altri;

    Buon Natale a chi spera che il bene si farà infine strada, e soprattutto un insperabile Buon Natale a chi non spera più;

    Buon Natale agli amici che ci rallegrano con un sorriso e una parola gentile; buon Natale anche a chi non lo è più;

    Buon Natale a chi, nelle traversie quotidiane, si sente comunque un vincitore e sa accogliere le sconfitte come inciampi inevitabili e necessari;

    Buon Natale a tutti i giovani, da 1 a 90 anni, che conservano la voglia di giocare, di stupirsi, di progettare e costruire, di festeggiare la speranza e la vita.

    Post edited by kriss47 (IT1) on
  • Buon Natale a te, kriss. Tu ci rallegri sempre con le tue immagini meravigliose e le ppesie altrettanto. Per cui Buon Natale,  kriss :blush:
  • Mela Rossa (IT1)Mela Rossa (IT1) IT1 Post: 1,407
    Tanti auguri Kriss :D e grazie per un'altro anno di poesie,racconti e pensieri stupendi che ho letto con molto piacere e spero che ci regalerai, nel prossimo anno, altrettante belle parole <3
  • ocaocra (IT1)ocaocra (IT1) IT1 Post: 3,125
    buon Natale  a tutti anche da parte mia

    Risultati immagini per goose choose turkey for christmas funny cartoon


  • ocaocra (IT1)ocaocra (IT1) IT1 Post: 3,125
    modificato 28.12.2016


    Lo simile della felicità del villaggio credo sia il 5 teletabis
    dovremmo dargli un nome 
  • kriss47 (IT1)kriss47 (IT1) IT1 Post: 5,787
    In quest'ultimo scorcio di fine anno mi sento molto Mafalda.

    Risultati immagini per mafalda basta

    Di conseguenza niente buoni propositi per l'anno nuovo, niente progetti da realizzare, niente auguri luccicosi. Non ho parole.. Ma per fortuna il Web viene sempre in aiuto, e là ho incontrato questi due testi che prendo in prestito:

    -L’obiettivo del nuovo anno non dovrebbe essere quello di avere un nuovo anno. Piuttosto, dovremmo avere una nuova anima e un nuovo naso; piedi nuovi, una nuova spina dorsale, nuove orecchie e nuovi occhi –
    (G.K. Chesterton)

    - Spero che in questo nuovo anno voi facciate errori. Perché se state facendo errori, allora state facendo cose nuove, provando cose nuove, imparando, vivendo, spingendo voi stessi, cambiando voi stessi, cambiando il mondo. State facendo cose che non avete mai fatto prima e, ancora più importante, state Facendo Qualcosa.Questo è il mio augurio per voi e per tutti noi ed il mio augurio per me stesso. Fate Nuovi Errori. Fate gloriosi, stupefacenti errori. Fate errori che nessuno ha fatto prima. Non congelatevi, non fermatevi, non preoccupatevi che non sia “abbastanza buono” o che non sia perfetto, qualunque cosa sia: arte o amore o lavoro o famiglia o vita.Qualunque cosa abbiate paura di farla, Fatela.Fate i vostri errori, il prossimo anno e per sempre.
    (Neil Gaiman)

    Già! Perché i successi confermano quello che siamo, ma sono gli errori che ci inducono a cambiare e cercare nuove vie.  BUON ANNO!

  • FIONA25 (IT1)FIONA25 (IT1) IT1 Post: 10,665
    Proposito per il nuovo anno:

    “La follia è continuare a fare le stesse cose ed aspettarsi risultati differenti.”

    A. Einstein
    ------------------------------
    ... ma la follia è quello stato di abbandono ove ogni uomo dovrebbe almeno una volta ritrovarsi e perdersi, per comprendere che danzare con la mente oltre ogni limite è a volte un toccasana per ritornare a vivere.
    la sana follia ci rende liberi, è portatrice di novità, è l'abbraccio all'imprevisto.
    auguro ad ogni giocatore, forumista, un pizzico di follia, tal sana follia che potrà regalare nessun rimpianto, tanti sorrisi e abbracci inaspettati.

    A tutti voi un abbraccio, anche a chi mi crede insopportabile, testarda, prezzemolino: come disse qualcuno:
    "bisogna essere felici, non perfetti! "

    smack
    fiona




  • Sempre più sentimentali,  Fiona e kriss  :'(
Sign In to comment.