raccontare, raccontarsi ed altro
kriss47 (IT1)
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In questi mesi, fra un gioco e l’altro, ho riscoperto il piacere di raccontare e di scrivere, ho riscoperto la bellezza delle parole e la loro potenza evocativa, ho ricordato che le banalità della vita quotidiana possano nascondere piccoli gioielli di riflessione e di saggezza, e che ogni evento, anche quello poco importante, se vissuto col cuore e raccontato con le parole della riflessione e dell'allegria, può diventare una splendida avventura.
Questo thread nasce per aprire i battenti al racconto, in tutti i suoi significati. Esso è aperto a quanti amano leggere o scrivere: a chi ha una bella storia che merita di essere narrata, a coloro che sono curiosi di conoscere l’altro, a quelli che hanno il coraggio o il desiderio di aprire agli altri uno spiraglio del proprio mondo, a chi vuole lasciare una traccia di sé o accogliere senza riserve pensieri ed esperienze raccontate da altri.
Questo thread nasce per aprire i battenti al racconto, in tutti i suoi significati. Esso è aperto a quanti amano leggere o scrivere: a chi ha una bella storia che merita di essere narrata, a coloro che sono curiosi di conoscere l’altro, a quelli che hanno il coraggio o il desiderio di aprire agli altri uno spiraglio del proprio mondo, a chi vuole lasciare una traccia di sé o accogliere senza riserve pensieri ed esperienze raccontate da altri.
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Commenti
Mi chiamo Eva, che vuol dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome. Sono nata. nell'ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha reso malinconica, perché sono venuta al mondo con un soffio di foresta nella memoria. Mio padre, un indiano con gli occhi gialli, veniva dal luogo in cui si uniscono cento fiumi, odorava di bosco e non guardava direttamente il cielo, perché era cresciuto sotto la cupola degli alberi e la luce gli sembrava indecorosa.........
Da: Isabel Allende: Eva Luna , Universale Economica Feltrinelli
Una tinta matinata del settembre1866, i nobili, i benestanti, i borgisi, i commercianti all'ingrosso e al minuto, i signori tanto di coppola quanto di cappello, le guarnigioni e i loro comandanti, gli impiegati di uffici, sottufici e ufficiuzzi governativi che dopo l'Unità avevano invaso la Sicilia pejo che le cavallette, vennero arrispigghiati di colpo e malamente da uno spaventoso tirribilìo di vociate. sparatine, rumorate di carri, nitriti di vestie, passi di corsa, invocazioni di aiuto.
Da: Andrea Camilleri Biografia del figlio cambiato, Rizzoli Ed.
All'inizio il virus non mi stava antipatico. Gli riconoscevo il merito di aver fatto saltare la festa del mio compleanno. Mia madre l'aveva annullata nel timore che il contagio si potesse infilare dentro la ciotola dei popcorn.
A me preoccupavano di più gli invitati. Non sopportavo l'idea che degli estranei invadessero la mia stanza e trattassero i miei giocattoli come se fossero stati i loro. Nessuno mi chiedeva mai il permesso di scombussolarmi la vita.
da: Massimo Gramellini, C'era una volta adesso. Longanesi
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prim di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma me non va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto.
Da J. D. Salinger: Il giovane Holden, Einaudi Ed.
Maggio 1860
" Nunc et in hora mortis nostrae. Amen."
La recita quotidiana del Rosario era finita. Durante mezz'ora la voce pacata del Principe aveva rcordato i Misteri Gloriosi e Dolorosi; durate mezz'ora altre voci, frammiste, avevano tessuto un brusio ondeggiante sul quale si erano distaccati i fiori d'oro di parole inconsuete: amore, verginità, morte; e durante quel brusio il salone rococò sembrava aver mutato aspetto; financo i pappagalli che spiegavano le ali iridate sulla seta del parato erano apparsi intimiditi; perfino la Maddalena, fra le due finestre, era sembrata una penitente anziché una bella biondona, svagata in chissà quali sogni, come la si vedeva sempre.
Da: Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, Feltrinelli ED.
brava!!!
... e grazie
A quei tempi era sempre festa. bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era così bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, e magari venisse giorno all'improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare camminare fino ai prati e fin dietro le colline. - Siete sane, siete giovani, - dicevano- siete ragazze, non avete pensieri, si capisce. - Eppure una di loro, quella Tina che era uscita zoppa dall'ospedale e in casa non aveva da mangiare, anche lei rideva per niente, e una sera, trottando dietro gli altri, si era fermata e si era messa a piangere perché dormire era una stupidaggine e rubava tempo all'allegria.
Da: La bella estate di Cesare Pavese, Einaudi ED.
complimenti kriss!
https://www.youtube.com/watch?v=vQQhBp40Ml4
Elisabetta,... un destino
Elisabetta (per tutti solo Elisa) era una brillante studentessa alle prese con l'esame di maturità, inconsapevole dell'imminente tragedia che la stava per colpire.
Un ambulanza correva veloce per portare un giovane centauro coinvolto in un incidente stradale all'ospedale ma il giovane morì nel tragitto, a nulla servirono i tentativi per rianimalo. Il ragazzo si chiamava Fabrizio,... Fabrizio aveva due passioni, la sua moto ed Elisa, la sua ragazza. In sella alla sua moto stava correndo da lei per festeggiare il sicuro buon esito dell'esame ma il destino aveva deciso altro.
Come dirlo ad Elisa? Come aiutarla a superare un simile dolore?Fu suo fratello ad andare a prenderla a scuola e a raccontarle l'accaduto.
Iniziò per lei un periodo difficile, non mangiava, non dormiva, lo sguardo assente e il suo viso sempre pieno di lacrime; i suoi genitori, suo fratello e le sue amiche sempre più preoccupati.
Giada, Linda ed Elisa erano amiche fin dalle elementari, molto legate anche se con caratteri diversi; un pomeriggio di qualche anno fa mentre erano a casa di Linda per studiare, sua madre le aveva definite “Le tre moschettiere”, dalle risate e dalla musica che si sentiva, tutto stavano facendo quel pomeriggio tranne che studiare ma loro si spalleggiavano a vicenda dicendo che la musica le aiutava a concentrarsi e le risate a stemperare la tensione per la prova scritta del giorno dopo e per tutti erano diventate “Le tre moschettiere”.
Dovevano fare qualcosa, dovevano aiutare Elisa, dovevano trascinare Elisa fuori da quella stanza, dovevano trovare il modo,... e il modo si presentò sotto forma di nave,... una crociera.
Detto,... fatto e con le prenotazioni in mano andarono da Elisa e Giada le disse: “Con le buone o con le cattive tu salirai su questa nave, perciò ti consiglio di collaborare”, ci fu silenzio per un attimo e poi tutte e tre scoppiarono a ridere, finalmente era pronta per tornare a vivere.Il giorno della partenza, Elisa segui le amiche e anche questa volta inconsapevole di cosa il destino le aveva riservato, anche se a volte in modo complicato ma pur sempre meritevole di essere vissuto.
Tra i passeggeri c'era un giovane uomo e i suoi due figli (una bimba e un bimbo di 4 e 3 anni).
Il loro primo incontro avvenne in fondo ad una scalinata (a pensarci bene più che incontro direi scontro), lei scendeva le scale di corsa per raggiungere le amiche quando inciampò finendogli addosso, imbarazzantissima e rossa in viso si scusò e scappò via.
Lo rivide per caso il mattino seguente, si era alzata presto, voleva conoscere ogni angolo di quella nave e invece si ritrovò a parlare con quest'uomo.
Lui, Tommaso era un imprenditore, aveva prenotato la crociera per la sua famiglia ma all'ultimo, la moglie (avvocato in carriera) le aveva detto che non poteva partire e lui era partito senza di lei con i bambini e la loro babysitter.
Si incontrarono ancora dopo quella volta,...solo chiacchiere fra di loro? No, non solo quelle, un grande sentimento stava nascendo...in così poco tempo?, com'è possibile?, si chiedeva Elisa, aveva amato Fabrizio più della sua vita e mai avrebbe pensato che dopo di lui ci sarebbe stato un altro.
La crociera finì ma non il loro amore, continuarono a vedersi; fine settimana rubati ma questo le bastava anche se un po' la faceva soffrire. Durante una di queste fughe (lei le chiamava così), Tommaso le disse che avrebbe lasciato la moglie, voleva stare con lei e non voleva più nascondere questo loro amore. Elisa lo guardò con le lacrime agli occhi e gli disse di no, i bambini erano troppo piccoli per capire, i bambini al primo posto... non si sarebbero più rivisti, questa volta aveva deciso lei il suo destino.
Con la morte nel cuore riprese la sua vita, riprese a studiare,.. ora è una pediatra e non ha mai smesso di pensare a Tommaso.
Sono passati 14 anni e il destino ancora una volta le ha riservato una nuova sorpresa ...
Stava correndo e non guardava dove andava, era in ritardo e si è scontrata con un uomo... Tommaso.
Quando un grande amore unisce due persone non ci si lascia mai, ci si allontana ma ci si ritrova, non c'è distanza, non c'è tempo che per sempre divide.
Nascono angoli di vita nella sfera imperfetta del mondo: cantucci ove identità, celate e sconosciute, illuminano il buio delle anime.
sono anime perdute nell' indaffarato esistere, generose e debite - per sentimento innato! - alla comprensione e alla clemenza, all'intenso desiderio di donare sempre un sorriso e di percepire in modo profondo che in un angolo nascosto possa esistere un essere in attesa di una parola.
... e capita, a volte capita! che nell'immenso andare si incontri qualcuno che non sarà più qualcuno, ma un essere meraviglioso e simile che saprà leggere nelle parole scritte e facendole sue potrà donare attimi di luce.
a volte capita che la luce si infranga dunque non troppo lontano da quell'angolo e si avverta l'altro essere e lo si renda meno solo, meno abbandonato, meno tutto.
... e l'essere nascosto nell'angolo, in quel cantuccio povero, si risvegli da un sogno non suo e si perda in altre parole ascoltate e allunghi la mano e illumini un altro cantuccio sconosciuto.
cantuccio su cantuccio, il mondo di illuminerebbe di attenzione e consapevolezza.
al di là di monitor di luce, esistono anime di luce in attesa di essere ascoltate e che possono ascoltare.
l'oggi non sarà più uguale all'ieri, oggi altri due luci si sono accese: che bello un mondo pieno di luce!!!
grazie kriss