”Della Verità nulla sappiamo, perché la Verità è in un pozzo”.
[Democrito – 460 a.C. – 370 a.C.]
filosofo greco
Secondo una leggenda del XIX secolo, la Verità e la Menzogna un giorno s’incontrarono. La Menzogna disse alla Verità: “Oggi è una giornata meravigliosa!” La Verità guardò verso il cielo e sospirò, perché la giornata era davvero splendida.
Trascorsero molto tempo insieme, arrivando infine accanto a un pozzo. La Menzogna si rivolse allora alla Verità e disse: “L’acqua è molto bella, facciamo un bagno insieme!” La Verità, sospettosa, si accertò riguardo le condizioni dell’acqua e si rese conto che era davvero molto bella. Si spogliarono e iniziarono a fare il bagno.
Improvvisamente la Menzogna uscì dall’acqua, indossò i vestiti della Verità e fuggì via. La Verità, furiosa perché le furono sottratti gli abiti, uscì dal pozzo e corse dappertutto per trovare la Menzogna e riprendersi i vestiti.
Il mondo, vedendo la Verità nuda, distolse lo sguardo, con disprezzo e rabbia. La povera Verità ritornò quindi al pozzo e scomparve per sempre, nascondendo in esso la sua vergogna.
Da allora, la Menzogna vaga in tutto il mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società, perché il Mondo, in ogni caso, non nutre alcun desiderio di incontrare la nuda Verità.
Sta ricominciando l'anno scolastico, quest'anno senza più mascherine o restrizioni per il Covid, sperando che tutto vada per il meglio pubblico questa filastrocca. Forse chi l'ha scritta l'ha pensata per un genitore, ma penso possa essere rivolta anche agli insegnanti e dedicata a tutti gli studenti.
Sta ricominciando l'anno scolastico, quest'anno senza più mascherine o restrizioni per il Covid, sperando che tutto vada per il meglio pubblico questa filastrocca. Forse chi l'ha scritta l'ha pensata per un genitore, ma penso possa essere rivolta anche agli insegnanti e dedicata a tutti gli studenti.
Una filastrocca che contiene tutti gli indicatori che devono guidare gli educatori, insegnanti o genitori o tutor , ad una corretta interazione con i ragazzi. Bella. Ho però una nota da avanzare: peccato che le indicazioni date siano scritte in negativo, ( non dirmi... non chiedermi... non mi gridare...). In tal modo tutta la filastrocca suona più come un'accusa agli adulti che un catalogo di buon operare per accrescere l'autostima. Di autostima in effetti c'è ben poco. Sarebbe più efficace allo scopo forse una filastrocca con le "parole belle capaci di fare toccare le stelle". Ma è solo una mia opinione.
Sarebbe più efficace allo scopo forse una filastrocca con le "parole belle capaci di fare toccare le stelle". Ma è solo una mia opinione.
Penso che l'intenzione di chi l'ha scritta fosse proprio questo.. rimarcare gli errori che spesso facciamo, perchè nella realtà è più facile per un genitore o per un insegnante in generale dire "NO, non si fa" piuttosto che dire come fare correttamente o.. ancora meglio.. dare l'esempio in prima persona. Cosa sempre più difficile in un mondo di apparenza .. dove riuscire ad essere se stessi, ed avere vera autostima mi sembra sia sempre più complicato, ma la speranza che i giovani riescano a fare "un mondo migliore" io non la perdo ancora...
Vero Alessio. Sono d'accordo con te. E' più facile, e anche più sbrigativo, dire "non fare, non dire" piuttosto che fermarsi ad ascoltare le ragioni dell'agire dei ragazzi e spiegare perché quella cosa non va fatta. La vita caotica che conduciamo spesso non ci favorisce nel fermarsi a riflettere e operare scelte educative ottimali.
Resta comunque fermo il principio che le frasi negative raramente sono efficaci per correggere gli errori, e che molto più educativi sono le discussioni, gli esempi, l'ascolto, e la creazione della fiducia fra il ragazzo e l'adulto che se ne occupa. Senza la fiducia, tutte le parole e i rimproveri cadranno nel vuoto. Non lo dico io. L'ho imparato da pedagogisti insigni, molto più saggi e più ricchi di esperienza di me.
Il post di Alessio ha aperto un discorso serio. Errori degli adulti che fanno male ai ragazzi. Non è argomento leggero. E seriamente l'ho trattato anche io. Qualcuno vuole farci sopra una bella risata? ( il LOL che accompagna il mio post). Ben venga. Sono sempre contenta di recare allegria, anche agli ignoranti che non capiscono un tubo di pedagogia.
Qualcuno vuole farci sopra una bella risata? ( il LOL che accompagna il mio post). Ben venga. Sono sempre contenta di recare allegria, anche agli ignoranti che non capiscono un tubo di pedagogia.
Di primo acchito anch'io mi sono meravigliata del Lol, ma voglio essere ottimista, secondo me lo hanno messo per rimarcare la tua frase finale:
Sarebbe più efficace allo scopo forse una filastrocca con le "parole belle capaci di fare toccare le stelle"
Anche a me è venuto da sorridere leggendola, non per disprezzo o denigrazione, ma solo perchè oggi giorno di "parole belle capaci di far toccar le stelle" se ne sentono veramente poche..
Cosa mi ha ispirato iniziare questo discorso? Una famiglia di vicini.. coppia giovane che appena sposati hanno preso un gatto in casa, bellissimo, coccolatissimo e che usciva ed entrava da casa (al 2° piano) passando da un albero al terrazzo. Quando è nata la loro prima figlia, hanno limitato il raggio del gatto, poteva andare sul balcone, ma non più in casa, quando è nato il secondo figlio.. hanno tagliato l'albero.. il gatto è rimasto sconsolato in strada, è praticamente diventato il gatto del vicinato, non più il gatto di quella famiglia. In compenso sono comparsi gli urli.. no questo no! no quell'altro no!! Ieri qui è iniziato l'anno scolastico, ho incrociato quella famiglia, con i due bambini pronti per la scuola e ho pensato, oggi non si sentiranno le urla del padre.. Quella coppia forse ha problemi a gestire due figli piccoli.. ma a me ogni volta che li sento mi fa venir voglia di dire.. ma che li avete fatti a fare due figli??? Vero è che poi capita a tutti di avere momenti di tensione, nervosismo e ci si sfoga (non a ragione) su ciò che si ha più vicino.. spesso i figli, o a scuola gli alunni, abito di fronte una scuola dell'infanzia e anche lì se ne sentono! Non sto giudicando chi mi sta intorno, ( e quello dei miei vicini non è certo un caso da chiamare i Carabinieri sia chiaro) sto solo prendendo spunto.. perchè sentendo loro, mi ritornano in mente attimo vissuti personalmente da piccola, ai miei tempi "l'asilo" era una sorta di carcere con le monache.. o urla che io ho fatto a mio figlio quando era piccolo, perchè ripeto..a chi non è mai capitato? Quante volte noi genitori, o voi insegnanti, ci facciamo sensi di colpa per questo? Quante volte per mancanza di auto stima, per voglia di rivalsa, o perchè non si riesce a gestire tutto come vorremmo ci si rifà su chi ci capita a tiro? Penso a quel povero gatto che potrebbe star al caldo a giocare con quei due bimbi invece di star per strada, penso a quanto più sereni potrebbero essere quei bimbi con il gatto in casa e penso a quanto poveri son quei due genitori (e non certo per mancanza di soldi) che non riescono ad amare figli e gatto allo stesso tempo. E questo discorso potrebbe essere allargato e di moolto... no? Ecco.. ahahaha anch'io ho finito con un No... qualcuno vuole aggiungere delle.. parole belle da far toccar le stelle?
Leggo e riporto omissis i No producono frustrazione, ma in questo senso sono fondamentali per aiutare i bambini a cogliere i limiti delle proprie possibilità e attivare nuove risorse e competenze. Imparare a gestire la frustrazione che nasce dall’incontro con l’altro è una capacità fondamentale
- Nella seconda infanzia e nella preadolescenza il no è quello della regola: consente di consegnare ai ragazzi la bussola per orientarsi nel mondo. Si tratta di un no più complesso degli altri, che punta verso l’autonomia. Erroneamente alcuni pensano ancora che le regole siano limiti alla libertà personale, e invece ogni volta che diamo una regola creiamo uno spazio di separazione e definiamo degli ambiti di possibile esercizio della libertà, consentendo lo sviluppo dell’autonomia.
Fondamentale è sottolineare che, perché il no sia un’occasione di crescita per i bambini, è necessario che sia detto con fermezza e coerenza, ma in modo pacato, non adirato o con rabbia. La mimica e il tono di voce dell’adulto sono molto importanti poiché il bimbo, qualora il no venisse pronunciato in tono agitato, coglierebbe solo l’aspetto negativo del no, senza alcuna possibilità di sviluppo individuale. Inoltre i no devono essere accompagnati da "sì" e devono essere proporzionati alle esigenze e alle capacità del bambino.
La riluttanza a dire no e a comportarsi con fermezza possono dare origine a difficoltà importanti nel bambino, perché questi non sarà mai in grado di controllare l’aggressività e le emozioni negative se non ha imparato a farlo sperimentandole in prima persona. Soltanto provandole sulla propria pelle egli potrà valutarle e trovare in sé le soluzioni e le risorse per utilizzare tali emozioni per scopi vantaggiosi e in questo senso i limiti imposti dai genitori, pur facendolo infuriare, sono delle barriere che lo proteggono e lo fanno sentire al sicuro. Un adulto sempre accondiscendente mette il bambino in una posizione a dir poco pericolosa, perché la mancanza di "no" lo farà sentire più potente da un lato e terribilmente indifeso dall’altro, come potrebbe sentirsi protetto se si sente più potente di chi si prende cura di lui?
Quando dobbiamo dire dei "no" ai nostri figli è sempre bene ricordarsi che è insito nella natura del bambino opporsi alle regole poiché attraverso questa opposizione il bambino cerca di affermare la propria identità, innescando un processo di separazione-individuazione necessario per la sua crescita. Tale processo ha inizio intorno al primo anno di vita, con la "fase del no", in cui compare una rigida opposizione alle imposizioni dell’adulto per trovare una propria individualità/autonomia differenziata dalla dipendenza familiare. Quest’opposizione poi si riproporrà con nuova forza nel periodo adolescenziale. Siamo noi, come genitori, con il nostro ruolo e con i limiti che sapremo imporre ai nostri figli che costituiamo il modello, la "palestra educativa" nella quale i nostri figli impareranno il ruolo di adulti del loro domani, quindi il genitore che risparmia al figlio qualunque sofferenza, non distinguendo il bisogno dal capriccio, lo priva del privilegio di sviluppare in modo creativo ed unico gli strumenti necessari ad affrontare le inevitabili difficoltà della vita. Omissis. Sono cresciuta coi no senza spiegazioni, ma nessuno mai mi ha negato il diritto di sognare, ero sempre la seconda: la.meno bella, la meno brava, la meno educata, la meno di tutto. Eppure mai avuto problemi di vita di sconforto. Siamo fatti di stelle nn occorre toccarle. Mia opinione personale da laureata ignorante mi aspetto un lol devo raggiungere un obiettivo.
Mia cara Alessio, è sempre un piacere leggerti perché offri sempre nuovi spunti di riflessione. Allora...... eliminiamo subito la questione irritazione da LOL. Ci conosciamo da tempo e tu sai quanto io ami scherzare e quale uso io faccia dell'ironia e dell'autoironia. E mi divertono le battute altrui, apprezzandone l'acutezza e lo spirito. Ma nel testo mio, tuo, della Contardi, non c'era nulla di spiritoso. Si parla di disagio giovanile, di uno stato di disistima ormai pericolosamente cronica vissuta dai nostri ragazzi, che, consapevolmente o meno, vivono le incertezze, lo sbandamento, il senso di stare sull'orlo del precipizio che è comune in tutti nell' epoca in cui viviamo. Il post della Contardi è in fondo un appello agli adulti, un appello accorato perché facciano più attenzione ai bisogni dei ragazzi, alle richieste di aiuto e comprensione. E io ho commentato quel testo, apprezzandone il suo porsi "dalla parte dei ragazzi". E tuttavia, da persona che sta attenta alle parole, il testo mi è sembrato un po' deficitario, soprattutto perché il titolo " la filastrocca dell'autostima", prometteva tutt'altro. " Le parole capaci di far toccare le stelle..." , fuori metafora, ci sono, le dobbiamo trovare. Se invece di dire a un ragazzino " sei un incapace" diciamo " apprezzo il tuo lavoro. Lo trovo sintetico, lineare, le idee ci sono. Pensi che puoi migliorarlo? vuoi che ci proviamo insieme?" E' solo un esempio dei mille che potrei tirare fuori. Stai sicura che il ragazzo dell'esempio riportato farebbe meglio e accrescerebbe la sua autostima. Perciò nella frase finale non vi ho trovato nulla da destare ilarità.
Gli errori degli adulti. Sono d'accordo con te. Tutti ne facciamo o li abbiamo fatti. Non esiste una scuola che insegni ad essere genitori (ma ci dovrebbe essere); si impara facendo sulle spalle dei nostri bimbi. Ne ho fatti anche io, e di tanto in tanto le mie ragazze mi ricordano le pacche sul sedere che davo quando, da piccole, andavano a mangiare il terriccio delle piante che c'erano in balcone. Avevano una passione per quel terriccio. La pacca serviva per rinforzare l'intensità del rimprovero, ma non me lo hanno mai perdonato. Grazie della esperienza che hai raccontato. E' emblematica di un certo modo di trattare gli animali e direi anche i bambini. Ciao Alessio.
Leggo e riporto omissis i No producono frustrazione, ma in questo senso sono fondamentali per aiutare i bambini a cogliere i limiti delle proprie possibilità e attivare nuove risorse e competenze. Imparare a gestire la frustrazione che nasce dall’incontro con l’altro è una capacità fondamentale .............................................
Nulla da dire. Il tuo post, Fiona, è un condensato preciso e quasi esaustivo di un trattato di psicologia infantile. Non si può fare altro che sottoscrivere parola per parola. Lo sai che su questo argomento sono stati scritti libri su libri. Io ne conosco due, di autori diversi, quasi con lo stesso titolo: " I no che fanno crescere i bambini" di Asha Phillips e " Se mi vuoi bene, dimmi di no. Regole e potere positivo per aiutare i figli a crescere" di Giuliana Ukmar. Ma mi pare che anche una psicologa italiana abbia scritto qualcosa del genere.
Ho soltanto un commento aggiuntivo a quello che hai scritto. Dai dodici anni in poi, i nostri figli non si accontentano del NO. Al NO oppongono sistematicamente un PERCHE'. E a quel perché bisogna, si DEVE, rispondere con motivazioni sensate, comprensibili, accettabili. Il non farlo è pericoloso: il No verrebbe visto come un atto di potere che gli adulti esercitano in virtù del loro ruolo genitoriale, o docente, o parentale (nonni, zii). E il rapporto comincerebbe a scricchiolare, l'adulto diventerebbe agli occhi del ragazzo un despota, e forse anche un nemico.
Bene. Basta così. L'argomento è affascinante e difficilmente esauribile in due o tre post. Vuol dire che io, tu, Fiona, ed Alessio, ci incontreremo per scrivere un trattato in comune in cui convergeranno esperienze, teorie, pensieri e forse qualche soluzione. Appuntamento ad un ..... qualche domani!
È uno schiamazzo di cuori di stoffa e palle disorientate.
Tutto giusto al posto sbagliato, tutto ancora in forse.
È la foto di casa mia, che la voglio bella ma è sempre in disordine.
È come quei libri di ricette nello sportello di cucina, con impronte unte di burro e una macchia secca di farina, quelli che consulti per toglierti un dubbio, quelli che non butterai mai via.
Ha sapore di vecchio e di nuovo, con le mani ti tieni ai ricordi e con gli occhi guardi oltre la finestra.
Come faranno gli altri a fare alberi così perfetti?
Dove la mettono la vita?
Il soldatino di legno che pesa come i pensieri e che tira giù quel ramo sempre troppo e la bambolina verde che ti da la schiena, tu la giri e lei ti da ancora la schiena, come mia figlia di fronte ai miei no.
Non è come lo avevo immaginato il mio albero, come la vita, che puoi provare a far vedere solo brillantini e fiocchi ma se guardi da vicino ha buchi spogli in cui è solo vita, in cui è solo albero.
E se ci giri attorno, nell'angolo attaccato al muro non c'è quasi niente appeso.
Ma chi ci gira attorno per andare a trovare il vuoto? Solo chi ha il coraggio di starci davvero vicino, di sfiorarci con un abbraccio, tutti gli altri dalla porta vedranno rosso e oro, tripudio di bellezza.
Ha delle luci il mio albero.
Si accendono a intermittenza, come le chiacchiere sul nostro divano.
Inondano la sala di lucciole gialle e poi bam, le nascondono facendone poesia.
Quando si accendono le luci sembra davvero bello, come casa quando i ragazzi fanno avanti e indietro a prepararsi per uscire la sera e ti buttano in faccia tutta la luce di una vita da gustare. Poi si chiudono la porta alle spalle e niente più lucciole per qualche ora.
Non è come lo avevo progettato il mio albero, neanche la mia vita lo è.
È confusione, imprevisti, baci rubati e sbadigli alle ore sbagliate, è un un foglio pasticciato di vite che bussano, si riposano ed escono.
A volte tornano quando non le aspetti, a volte ne arrivano di nuove e io lascio porte aperte e le luci accese.
Che la strada sia segnata per chi arriva quando è buio.
Che la vita non è mai come l'avresti disegnata.
Ma l'importante è continuare a tenere in mano i colori."
Vi sono molti atteggiamenti riguardo al Natale e alcuni il possiamo trascurare: il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale, il rumoroso (essendo il bar aperto fino a mezzanotte), e l’infantile. Ben diverso è quello del bimbo che crede ogni candela una stella, e l’angelo dorato spieganti l’ale alla cima dell’albero non solo una decorazione, ma anche un angelo. Thomas Stearn Eliot auguro a tutto noi di restare un pò bambini, anche se non si crede più.
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”Della Verità nulla sappiamo, perché la Verità è in un pozzo”.
[Democrito – 460 a.C. – 370 a.C.]
filosofo greco
Secondo una leggenda del XIX secolo, la Verità e la Menzogna un giorno s’incontrarono. La Menzogna disse alla Verità: “Oggi è una giornata meravigliosa!” La Verità guardò verso il cielo e sospirò, perché la giornata era davvero splendida.
Trascorsero molto tempo insieme, arrivando infine accanto a un pozzo. La Menzogna si rivolse allora alla Verità e disse: “L’acqua è molto bella, facciamo un bagno insieme!” La Verità, sospettosa, si accertò riguardo le condizioni dell’acqua e si rese conto che era davvero molto bella. Si spogliarono e iniziarono a fare il bagno.
Improvvisamente la Menzogna uscì dall’acqua, indossò i vestiti della Verità e fuggì via. La Verità, furiosa perché le furono sottratti gli abiti, uscì dal pozzo e corse dappertutto per trovare la Menzogna e riprendersi i vestiti.
Da allora, la Menzogna vaga in tutto il mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società, perché il Mondo, in ogni caso, non nutre alcun desiderio di incontrare la nuda Verità.
fonte [https://laparabola.altervista.org/la-verita-e-la-menzogna/ ]
Forse chi l'ha scritta l'ha pensata per un genitore, ma penso possa essere rivolta anche agli insegnanti e dedicata a tutti gli studenti.
La filastrocca dell'autostima
Ho però una nota da avanzare: peccato che le indicazioni date siano scritte in negativo, ( non dirmi... non chiedermi... non mi gridare...). In tal modo tutta la filastrocca suona più come un'accusa agli adulti che un catalogo di buon operare per accrescere l'autostima. Di autostima in effetti c'è ben poco.
Sarebbe più efficace allo scopo forse una filastrocca con le "parole belle capaci di fare toccare le stelle".
Ma è solo una mia opinione.
Cosa sempre più difficile in un mondo di apparenza .. dove riuscire ad essere se stessi, ed avere vera autostima mi sembra sia sempre più complicato, ma la speranza che i giovani riescano a fare "un mondo migliore" io non la perdo ancora...
Sarebbe più efficace allo scopo forse una filastrocca con le "parole belle capaci di fare toccare le stelle"
Anche a me è venuto da sorridere leggendola, non per disprezzo o denigrazione, ma solo perchè oggi giorno di "parole belle capaci di far toccar le stelle" se ne sentono veramente poche..
Cosa mi ha ispirato iniziare questo discorso?
Una famiglia di vicini.. coppia giovane che appena sposati hanno preso un gatto in casa, bellissimo, coccolatissimo e che usciva ed entrava da casa (al 2° piano) passando da un albero al terrazzo.
Quando è nata la loro prima figlia, hanno limitato il raggio del gatto, poteva andare sul balcone, ma non più in casa, quando è nato il secondo figlio.. hanno tagliato l'albero.. il gatto è rimasto sconsolato in strada, è praticamente diventato il gatto del vicinato, non più il gatto di quella famiglia.
In compenso sono comparsi gli urli.. no questo no! no quell'altro no!!
Ieri qui è iniziato l'anno scolastico, ho incrociato quella famiglia, con i due bambini pronti per la scuola e ho pensato, oggi non si sentiranno le urla del padre..
Quella coppia forse ha problemi a gestire due figli piccoli.. ma a me ogni volta che li sento mi fa venir voglia di dire.. ma che li avete fatti a fare due figli???
Vero è che poi capita a tutti di avere momenti di tensione, nervosismo e ci si sfoga (non a ragione) su ciò che si ha più vicino.. spesso i figli, o a scuola gli alunni, abito di fronte una scuola dell'infanzia e anche lì se ne sentono!
Non sto giudicando chi mi sta intorno, ( e quello dei miei vicini non è certo un caso da chiamare i Carabinieri sia chiaro) sto solo prendendo spunto.. perchè sentendo loro, mi ritornano in mente attimo vissuti personalmente da piccola, ai miei tempi "l'asilo" era una sorta di carcere con le monache.. o urla che io ho fatto a mio figlio quando era piccolo, perchè ripeto..a chi non è mai capitato?
Quante volte noi genitori, o voi insegnanti, ci facciamo sensi di colpa per questo?
Quante volte per mancanza di auto stima, per voglia di rivalsa, o perchè non si riesce a gestire tutto come vorremmo ci si rifà su chi ci capita a tiro?
Penso a quel povero gatto che potrebbe star al caldo a giocare con quei due bimbi invece di star per strada, penso a quanto più sereni potrebbero essere quei bimbi con il gatto in casa e penso a quanto poveri son quei due genitori (e non certo per mancanza di soldi) che non riescono ad amare figli e gatto allo stesso tempo.
E questo discorso potrebbe essere allargato e di moolto... no?
Ecco.. ahahaha anch'io ho finito con un No... qualcuno vuole aggiungere delle..
parole belle da far toccar le stelle?
eliminiamo subito la questione irritazione da LOL. Ci conosciamo da tempo e tu sai quanto io ami scherzare e quale uso io faccia dell'ironia e dell'autoironia. E mi divertono le battute altrui, apprezzandone l'acutezza e lo spirito. Ma nel testo mio, tuo, della Contardi, non c'era nulla di spiritoso. Si parla di disagio giovanile, di uno stato di disistima ormai pericolosamente cronica vissuta dai nostri ragazzi, che, consapevolmente o meno, vivono le incertezze, lo sbandamento, il senso di stare sull'orlo del precipizio che è comune in tutti nell' epoca in cui viviamo. Il post della Contardi è in fondo un appello agli adulti, un appello accorato perché facciano più attenzione ai bisogni dei ragazzi, alle richieste di aiuto e comprensione.
E io ho commentato quel testo, apprezzandone il suo porsi "dalla parte dei ragazzi". E tuttavia, da persona che sta attenta alle parole, il testo mi è sembrato un po' deficitario, soprattutto perché il titolo " la filastrocca dell'autostima", prometteva tutt'altro.
" Le parole capaci di far toccare le stelle..." , fuori metafora, ci sono, le dobbiamo trovare.
Se invece di dire a un ragazzino " sei un incapace" diciamo " apprezzo il tuo lavoro. Lo trovo sintetico, lineare, le idee ci sono. Pensi che puoi migliorarlo? vuoi che ci proviamo insieme?"
E' solo un esempio dei mille che potrei tirare fuori. Stai sicura che il ragazzo dell'esempio riportato farebbe meglio e accrescerebbe la sua autostima.
Perciò nella frase finale non vi ho trovato nulla da destare ilarità.
Gli errori degli adulti. Sono d'accordo con te. Tutti ne facciamo o li abbiamo fatti. Non esiste una scuola che insegni ad essere genitori (ma ci dovrebbe essere); si impara facendo sulle spalle dei nostri bimbi. Ne ho fatti anche io, e di tanto in tanto le mie ragazze mi ricordano le pacche sul sedere che davo quando, da piccole, andavano a mangiare il terriccio delle piante che c'erano in balcone. Avevano una passione per quel terriccio. La pacca serviva per rinforzare l'intensità del rimprovero, ma non me lo hanno mai perdonato.
Grazie della esperienza che hai raccontato. E' emblematica di un certo modo di trattare gli animali e direi anche i bambini.
Ciao Alessio.
Auguri a tutte le nonne e i nonni bene prezioso specie per chi lo possiede ancora.
Buone Feste Mondo di BigFarm!
AUGURI a TUTTI.... Buone Feste e Buon Natale.
A tutto il popolo di Big Farm.
e alcuni il possiamo trascurare:
il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale,
il rumoroso (essendo il bar aperto fino a mezzanotte),
e l’infantile.
Ben diverso è quello del bimbo
che crede ogni candela una stella, e l’angelo dorato
spieganti l’ale alla cima dell’albero
non solo una decorazione, ma anche un angelo. Thomas Stearn Eliot
auguro a tutto noi di restare un pò bambini, anche se non si crede più.
ogni bene a tutti voi.
AUGURI A TUTTE LE DONNE DI BIG FARM!